Istituto Italiano di Archeologia Sperimentale


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Grotta Scaloria

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Grotta Scaloria
Manfredonia (Foggia)


Lo IIAS in collaborazione con UCLA e con la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia ha avviato nel 2007 un progetto per la pubblicazione degli scavi e delle ricerche svolte nella Grotta Scaloria a partire dagli anni Trenta del secolo scorso.

Il Progetto coordinato da Santo Tiné e da Ernestine Elster della University of California è finanziato dal Coatsen Institut – UCLA, prevede la riorganizzazione del materiale finora noto e l’edizione dei risultati entro la fine del 2008.

Grotta Scaloria, importante sito archeologico ai piedi del Gargano, vicino a Manfredonia, costituisce con la vicina Occhiopinto un unico complesso. Scoperta casualmente nel 1932 in occasione della costruzione dell’Acquedotto Pugliese, fu esplorata, all’epoca, nella sola parte alta da Q. Quagliati.

Nel 1967 un gruppo di speleologi di Manfredonia e del CAI di Trieste completò l’esplorazione raggiungendo la parte più profonda della grotta dove Santo Tinè attestò un rituale religioso collegato al “culto delle acque” praticato in un particolare momento del Neolitico intorno alla metà del VI millennio a.C. Tale rituale prevedeva la deposizione di vasi in prossimità di grandi stalattiti spezzate artificialmente o sui tronconi di esse con funzione di raccolta delle acque di stillicidio.

Gli scavi del 1978-79 condotti da Università di Genova, University of Southern Mississippi e University of California nell’ambito del programma di ricerche sul Neolitico del Sud Est dell’Italia coordinato da Santo Tiné e Marija Gimbutas, rivelarono una lunga frequentazione della parte alta della grotta dal Paleolitico Superiore fino alla fine del Neolitico.


Ceramica con stalagmiti ritrovata nella parte bassa della grotta

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